E’ una domanda che ci facciamo proprio tutti: Marketers, Social Media Manager, Instagram Specialist e anche quei liberi professionisti o imprenditori che si occupano personalmente del proprio canale Instagram. Cos’è meglio? Seguire una linea coerente, idonea al marchio o è meglio seguire le tendenze e lasciare che l’algoritmo lavori per noi in maniera automatica, semplicemente seguendo la scia della popolarità del momento?
Non preoccupatevi, questo dubbio è più che legittimo, sarebbe strano il contrario. Il segreto per portare risultati attraverso i social è proprio quello di mettersi sempre in discussione, osservare e fare le scelte giuste. Questo vale per tutti i Social, compreso Instagram, che si evolvono alla velocità della luce.
L’evoluzione di Instagram
L’avrete notato tutti: Instagram nell’ultimo periodo sta lanciando tutta una serie di novità a velocità vorticosa. Come tutti i social, anche Instagram fa le valutazioni sulla base di ciò che l’utente preferisce e – sebbene in maniera inferiore – sulla base di ciò che è necessario ai consumatori. Quando parliamo di consumatori, un termine forse inappropriato, ci riferiamo a coloro che spendono per fruire di un servizio di pubblicità, non limitato alle sole Ads.
Ma torniamo un passo indietro: fino a circa un decennio fa, Instagram era il social delle foto. L’unica cosa che si poteva pubblicare, infatti, erano proprio le immagini e l’unica tab esistente era quella del feed. Nessuno badava al copy, sebbene presente, in quanto molto limitato a livello di visualizzazione nella feed; un utente, infatti, non riusciva a leggere molto del copy, scorrendo semplicemente il dito sull’app, ma doveva appositamente cliccare per leggere il testo completo. Oltretutto, Instagram si era affermato come il Social riservato ai più giovani.
Fu sono nel 2013 – 3 anni dopo la prima versione – che fu inserita la funzione di condivisione dei video; si trattava di una funzione molto limitata che permetteva di caricare video di massimo 15 secondi. Sempre nel 2013, fu introdotta anche la funzione di direct, cioè la possibilità di inviare messaggi privati con foto e video.
Nel 2016, c’è stato il primo vero cambiamento di Instagram, con l’introduzione delle stories. Si trattava di una funzionalità primordiale rispetto a come la conosciamo noi oggi che permetteva di scattare una foto, aggiungere effetti e pubblicarla – appunto – nelle stories di Instagram. Chiaramente, come tutte le funzioni, anche questa è cresciuta con il tempo, arrivando addirittura alla diretta nelle stories
Un paio d’anni dopo nacque IGTV, una funzionalità che permette di inserire Video della durata fino a 10 minuti ma a cui stiamo per dire addio dopo l’avvento dei Reels. I reels sono dei video sul modello TIKTOK, di minimo 15 secondi e massimo 30, che l’utente può registrare, modificare e sincronizzare con la musica, direttamente sull’app. Si tratta di una funzionalità molto innovativa su Instagram, se non per il formato, almeno per il funzionamento: i reels infatti non seguono la regola del “follow” e vengono mostrati anche se non si segue la persona che li ha creati, lasciando all’algoritmo la decisione di scegliere quali mostrare e a chi, in base agli interessi dell’utente stesso! Un’occasione da non perdere, visto l’attuale stabilità dei followers su questo social!
Coerenza del marchio: che vuol dire e perchè tanti ne parlano
Tornando al nostro dubbio amletico, è necessario – prima di rispondere alla domanda per cui stiamo scrivendo l’articolo – comprendere bene cosa si intende quando parliamo di coerenza del marchio.
Fondamentalmente, essere coerenti è sinonimo di affidabilità e – per essere affidabili – bisogna anche essere riconoscibili. Ma di questo parleremo tra poco.
Quando parliamo di coerenza del Marchio, due sono gli argomenti chiave: coerenza nella comunicazione e coerenza tra la comunicazione sul web e le altre iniziative online ed offline. Tutto quanto permea all’esterno, riguardante un brand, deve rispecchiare i valori aziendali e renderli affidabili e riconoscibili. Chiaramente il mondo online e quello offline non possono più essere scissi ma devono essere l’uno l’alleato dell’altro, attraverso una strategia e le conseguenti azioni che possano avvicinare i potenziali clienti al brand.
Per costruire la coerenza del marchio sono necessari alcuni passaggi ben precisi:
- obiettivi: il primo passo è quello di definire quali sono gli obiettivi aziendali e vale sia per le aziende (micro, piccole, medie e grandi) sia per i liberi professionisti.
- il tono di voce: anche questo è un passaggio molto importante e serve a definire quale tono di voce è più coerente (!) e in linea con il brand. Quindi, che si tratti di un tono confidenziale o istituzionale, l’importante è mantenerlo nel tempo e in ogni azione strategica che ci si appresta a realizzare.
- grafica: anche in questo caso, la coerenza deve essere l’elemento cardine e la grafica deve adattarsi a tutti gli altri passaggi e mantenerli nel tempo, per garantire riconoscibilità.
I Vantaggi garantiti dalla coerenza del marchio
A questo punto, vi starete chiedendo “ma chi me la fa fare di battermi per costruire la coerenza del marchio se poi arriva il trend del momento e ha “n” visualizzazioni e conversioni più di me?”.
Ebbene la risposta è semplice: la coerenza del marchio garantisce diversi vantaggi, duraturi nel tempo. Vediamoli insieme:
- riconoscibilità e differenziazione: se il nostro marchio è coerente, quindi affidabile, diventa anche riconoscibile e riconosciuto. Un marchio riconoscibile diventa quindi molto più forte e ci permetterà di diventare il punto di riferimento per i clienti e ai loro amici a cui consiglieranno la tua azienda.
- fidelizzazione: questa è la conseguenza diretta dei due vantaggi di cui poco sopra, in quanto – una volta diventati punto di riferimento – non andranno a cercare altre aziende a cui rivolgersi, quando avranno bisogno del nostro servizio o del nostro prodotto. Ricordiamo sempre che un acquisto da un già cliente costa molto meno – in termini di investimento – rispetto all’acquisto di un nuovo cliente e questo lo diciamo dati alla mano!
- maggiori risultati: oltre alla fidelizzazione dei già clienti, l’altro obiettivo deve essere necessariamente l’allargamento del parco clienti e – anche qui, dati alla mano
- i potenziali nuovi clienti sono più inclini ad acquistare un prodotto o un servizio da un marchio riconosciuto. Questo vale sia per prodotti/servizi di massa ma anche per i prodotti di nicchia.
E quindi le tendenze sono specchietti per le allodole?
Quando parliamo di tendenze, bisogna necessariamente fare una prima distinzione tra tendenze a tempo e tendenze a lungo termine.
Le tendenze a tempo sono i trend che vengono a galla ogni giorno e che durano “n” giorni per poi scomparire completamente: particolari video o hashtag specifici, o altri contenuti di tipo virale che vengono riprodotti e pubblicati da un numero considerevole di persone e che intasano le nostre feed per giorni, salvo poi essere sostituiti da altri contenuti, altri video e altri hashtag. Queste sono le tendenze a tempo!
Quando invece parliamo di tendenze a lungo termine, intendiamo quegli strumenti o quelle modifiche che Instagram lancia e spinge in maniera palese: basti per esempio pensare ai Reels, che hanno preso il comando sulla scia di Tiktok. Questa è una tendenza a lungo termine, che difficilmente decadrà finchè non ci sarà una novità davvero rilevante che la farà passare in secondo piano.
Quindi, ricapitolando, le tendenze a lungo termine sono sicuramente da tenere in considerazione anche per i brand, mentre quelle a termine dipende. Spesso, quando ci troviamo a fare un Briefing con i nostri clienti, capita che provino a proporci la partecipazione a conversazioni/video/foto/frame/sfide di tendenza. Chiaramente ogni caso è a se e va valutato singolarmente! Però, è bene ricordare che diventare virali non è l’obiettivo finale e che non tutte le tendenze a tempo sono adatte, idonee e coerenti per ogni brand.
E quindi che facciamo? Seguiamo le tendenze o curiamo la coerenza del brand?
La risposta giusta è dipende. “Grazie mille” direte voi, con un giustificatissimo tono sarcastico.
Attenzione, il “dipende” è legato ad una serie di variabili di cui ora parleremo. Partiamo col dirvi che le tendenze a lungo termine vanno seguite assolutamente, in quanto Instagram stesso tende a spingerle per soddisfare le esigenze e le abitudini degli utenti che lo popolano.
Se invece parliamo di tendenze relative a conversazioni/video/foto/frame/sfide – quindi a tendenze a tempo – ci sono alcune cose su cui riflettere prima di saltare a bordo del trend del momento.
Innanzitutto, le domande da porci sono “il nostro pubblico apprezzerebbe la partecipazione del brand a questo tipo di trend? Questo tipo di tendenza gioverebbe all’immagine del nostro brand? La tendenza può essere coerente con il nostro brand?”.
Conoscere il proprio pubblico è essenziale, in quanto ci permetterà di realizzare contenuti adatti e a cui risponderà bene. Per fare un esempio: se siamo un marchio che vende cosmetici femminili, non ha alcun senso andare a pubblicare un post/reels/storia relativo ad un trend sul calcio, mentre sicuramente apprezzerebbero un post relativo al trend “8 Marzo, festa della Donna”.
Nello stesso tempo, bisogna tenere conto della coerenza al nostro brand. Proviamo a spiegarci meglio con un esempio: se il tono di voce che abbiamo deciso di adottare a monte è di tipo istituzionale, sicuramente un trend simpatico, dal tono friendly, non sarà assolutamente adatto al nostro Brand.
Ecco perchè la risposta resta ancora “dipende”. La difficoltà sta nell’essere veloci anche in questo tipo di analisi, in quanto le tendenze a tempo nascono e muoiono con una velocità disarmante. Nel dubbio, optiamo sempre per la cura della coerenza del brand: così non sbagliamo mai!
Articolo di Alessandra Calzolaro – Content Creator della Parrotto web Solution – Web Agency Lecce
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