Brand sostenibile: cos’è e perché piace al pubblico

Brand sostenibile cos’è e perché piace al pubblico

Un brand sostenibile è un’entità commerciale impegnata a ridurre l’impatto ambientale. Forse non ne hai mai sentito parlare ma l’idea (percepita o reale) di promuovere la responsabilità sociale e creare valore a lungo termine attrae molti consumatori e li induce a fare delle scelte d’acquisto specifiche. In pratica, accade questo.  Se, mentre acquisto un determinato prodotto, ho la consapevolezza di contribuire a salvare l’ambiente riducendo la mia impronta ecologica e promuovendo abitudini di ecosostenibilità sane e durature nel tempo, lo faccio con maggiore convinzione. Questi brand si distinguono per la trasparenza nelle pratiche produttive, l’adozione di materie prime ecologiche, l’efficienza energetica e la gestione responsabile dei rifiuti. Ma non solo. Promuovono la giustizia sociale, garantendo condizioni di lavoro etiche e il rispetto dei diritti umani lungo l’intera catena di approvvigionamento. I brand sostenibili spesso si avvalgono di certificazioni ufficiali per confermare il loro impegno, contribuendo così a sensibilizzare i consumatori sulla necessità di fare scelte consapevoli per preservare l’ambiente e promuovere un’economia equa. La sostenibilità diventa quindi un valore centrale nella filosofia e nell’identità del brand, contribuendo alla costruzione di una reputazione positiva e al progresso verso un futuro più sostenibile.

La sostenibilità non è solo attenzione all’ambiente

Il concetto di “sostenibilità” va oltre la semplice tutela dell’ambiente: coinvolge diversi aspetti della nostra vita, dell’economia e della convivenza sociale. Fondamentalmente, mira a sviluppare il nostro mondo in modo che possiamo soddisfare le nostre esigenze attuali senza compromettere le possibilità delle generazioni future. Un quadro guida che incarna questa visione è l'”Agenda 2030” delle Nazioni Unite, composta da 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs). Questa agenda offre una mappa dettagliata per costruire un futuro in cui il vivere in modo sostenibile diventi la norma, piuttosto che l’eccezione.

Il nucleo centrale di questa visione è la sostenibilità ambientale, il cui obiettivo è assicurare a tutti l’accesso a energie pulite e sicure. Ciò implica non solo l’adozione di fonti energetiche rinnovabili, come il sole e il vento, ma anche la promozione di modelli di consumo energetico più efficienti ed equi. La transizione verso energie pulite, oltre a essere un impegno ecologico, può fungere da motore di crescita economica e creazione di nuovi posti di lavoro.

Nel quadro degli SDGs, sono ancorati valori di giustizia sociale e uguaglianza. Ad esempio, l’Obiettivo 11 si concentra sulla creazione di città aperte a tutti, sicure, resilienti e sostenibili. Questo riflette l’importanza di garantire che le città siano non solo luoghi piacevoli in cui vivere, ma anche ambienti che limitino l’impatto negativo sull’ecosistema.

Collegare la sostenibilità agli SDGs significa riconoscere l’interconnessione tra le sfide globali e adottare soluzioni integrate. Lavorando insieme per affrontare la crisi climatica, preservare la biodiversità e promuovere l’uguaglianza, possiamo costruire un futuro in cui la sostenibilità è la norma e le generazioni future ereditano un pianeta prospero e equo. Proprio in questo contesto il brand sostenibile acquista maggior valore.

Il neuromarketing e la capacità di un brand di veicolare le scelte del consumatore

Perché compriamo una cosa invece di un’altra? Sembra una domanda semplice ma non lo è affatto. Ogni nostra decisione è condizionata da una serie di elementi, alcuni sono coscienti mentre altri sono fuori dalla nostra portata perché risiedono nella parte più nascosta del nostro inconscio. Se gli esperti di marketing potessero scoprire cosa succede nel nostro cervello e quale informazioni sono capaci di superare il filtro della nostra disattenzione e quali no, sarebbe davvero molto semplice costruite il brand del futuro. Un’impresa fantascientifica che in realtà ha già preso piede da qualche anno attraverso il neuromarketing, un curioso connubio tra marketing tradizionale e scienza che apre le porte a quella che potremmo definire buyology. Si tratta di uno studio scientifico del comportamento degli acquirenti, delle loro abitudini di acquisto e delle influenze psicologiche e sociali che guidano le decisioni di acquisto. In questo contesto, la buyologia si occupa di esaminare come i consumatori prendono decisioni d’acquisto, quali fattori influenzano le loro scelte e come le strategie di marketing possono essere modellate per interagire efficacemente con tali dinamiche. Da qui possiamo collegarci al concetto di Brand activism.

Brand Activism: una reazione che guarda al futuro

In un ambiente commerciale sempre più dinamico e competitivo, l’emergere di un brand è strettamente legato all’adozione di strategie capaci di attingere all’inconscio del consumatore. L’attrazione nei confronti di un marchio sostenibile, che si impegna in cause sociali e offre un’esperienza coinvolgente di partecipazione al cambiamento, può connettere il consumatore con i valori e gli ideali prevalenti nella nostra epoca. Il “brand activism” rappresenta una pratica attraverso la quale un’azienda si impegna attivamente a sostenere cause sociali, ambientali o politiche, andando oltre gli obiettivi commerciali convenzionali. In un contesto in cui la fiducia nelle istituzioni è in declino, queste realtà economiche emergono come portatrici di valori e iniziative che vanno al di là della mera ricerca di profitto. Questo impegno genuino verso questioni sociali e ambientali mira a stabilire una connessione più profonda e significativa con il pubblico, rispecchiando le preoccupazioni e i valori condivisi dalla società. Il brand activism può prendere forma attraverso una varietà di canali, tra cui campagne pubblicitarie, iniziative di responsabilità sociale d’impresa (CSR), donazioni a organizzazioni benefiche e altre azioni che evidenziano un’impronta etica e responsabile nell’operato dell’azienda. In questo modo, il brand non è più solo un’entità commerciale, ma diventa un catalizzatore di cambiamento e un promotore di valori sociali ed ecologici, ampliando il suo impatto ben oltre il semplice ambito commerciale.

I brand che abbracciano le grandi questioni del nostro tempo

Nel 2018, Nike ha lanciò una campagna pubblicitaria “Just Do It” con l’ex giocatore di football americano Colin Kaepernick. Proprio lui si fece portatore di un messaggio molto audace: “Credi in qualcosa, anche se significa sacrificare tutto”. Kaepernick aveva rinunciato alla sua carriera sportiva per protestare contro le ingiustizie sociali e le violenze della polizia. Alcuni hanno criticato l’azienda  per il sostegno dimostrato allo sportivo mentre altri hanno elogiato questa presa di posizione. Ad ogni modo, la campagna ha ottenuto un’enorme visibilità e ha portato a un aumento delle vendite di prodotti Nike, dimostrando che la scelta di associarsi a un’importante figura dell’attivismo sociale ha avuto un impatto significativo sull’immagine del marchio.

Un altro brand noto per la sua impronta sostenibile è Patagonia un marchio di abbigliamento outdoor conosciuto per la sua forte impronta ecologica e etica. Fondato nel 1973 da Yvon Chouinard, l’azienda ha la sua sede a Ventura, in California. Produce abbigliamento tecnico e attrezzature per attività all’aperto, come arrampicata, escursionismo, sci e surf. L’azienda è nota per utilizzare materiali riciclati nei suoi prodotti, ridurre al minimo l’impatto ambientale della produzione e sostenere varie cause ambientali e sociale. E’  coinvolta in campagne per la conservazione dell’ambiente, la lotta ai cambiamenti climatici e la giustizia sociale. Patagonia, inoltre,  promuove anche un approccio al consumo più consapevole attraverso la campagna “Don’t Buy This Jacket” (Non comprare questa giacca), che sottolinea l’importanza di ridurre, riutilizzare e riciclare. Un messaggio che potrebbe sembrare controproducente per gli interessi commerciali ma che, al contrario, accende una luce positiva sul marchio e sulla sua etica contro gli sprechi e a tutela dell’ambiente.

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