Metaverso turistico e Nft sono parole ricorrenti nel nuovo concept di business di numerose aziende che guardano con ottimismo crescente ad un futuro sempre più tecnologico e potenzialmente esplosivo per gli affari e per l’economia.
Ma facciamo un passo indietro. Il Metaverso propone, in chiave futuristica, un mondo parallelo, universale, immersivo. Un pianeta alternativo in cui incontrarsi, lavorare, divertirsi, stringere relazioni e fare affari offrendo servizi turistici e commerciali. In pratica, parliamo di una serie di “mondi” collegati tra loro che possono essere vissuti appieno con alcuni strumenti come cuffie per la realtà virtuale (VR) e la realtà aumentata (AR).
La sfida di Meta
La multinazionale del tech ha deciso di investire sulla creazione e sulla colonizzazione del Metaverso. Un progetto che potrebbe dare frutti maturi nel corso di un decennio superando, letteralmente, i confini dell’universo attualmente conosciuto. La sfida non è tra le più semplici e, qualora avesse successo, modificherebbe in modo radicale il modo di vivere e di pensare delle persone comuni.
Pensiamo alla grande rivoluzione indotta dall’avvento e dalla diffusione dei social. A come si viveva prima e in che modo si sono evolute abitudini e relazioni sociali. Poi prendiamo ad esempio un altro mutamento radicale a cui siamo stati costretti per via delle restrizioni pandemiche. Basterebbero queste considerazioni per proiettarci verso “la rivoluzione copernicana” che questa sfida sottende.
La situazione attuale. Siamo davvero pronti?
Come anticipato, il Metaverso è il frutto della connessione di più mondi virtuali, ognuno con le proprie regole e modelli di business. Ad oggi contiamo 141 mondi popolati dagli avatar di milioni di persone ma, ancora, non esiste un unico Metaverso all’interno del quale interagire. Uno studio dell’Osservatorio Realtà aumentata e Metaverso della School of Management del Politecnico di Milano ha messo in evidenza come dei 141 mondi virtuali esistenti, solo il 44% ossia circa 62 piattaforme, è già “Metaverse ready”, ossia liberamente accessibile da chiunque e persistente cioè in grado di esistere indipendentemente dalla presenza di un soggetto. Solo una parte dei mondi esistenti, inoltre, è economicamente attiva e dotata di grafica 3D, con componenti di interoperabilità che permetterebbero di utilizzare gli asset digitali in maniera cross-platform. Rientrano in questa categoria piattaforme come Decentraland, The Sandbox o l’italiana The Nemesis. Ad oggi il sistema, evidentemente non è maturo, ma una simile ambizione ha bisogno di tempo e costanza. Qui, infatti, non si tratta di creare un nuovo social o una nuova piattaforma ma un mondo diverso, nuovo e dotato di regolamenti volti ad interconnettere mondi e persone nel rispetto di una nuova società virtuale.
Metaverso turismo e le occasioni per il business
La prospettiva del Metaverso è vista con ottimismo da molte aziende. Ci sono già 308 i progetti internazionali attivi sulle varie piattaforme, realizzati da 220 aziende a livello globale. Un buon punto di partenza limitato dal fatto che questi mondi, ad oggi esistenti e autonomamente attivi, non riescono a dialogare tra loro e questo significa che le singole iniziative, organizzate da imprese e aziende, sono condannate a rimanere circoscritte con un potenziale altissimo ma inesplorato.
Tuttavia è necessario non trascurare le moltissime opportunità per le aziende in questo settore, come la creazione di esperienze turistiche virtuali, la promozione di destinazioni turistiche e l’offerta di servizi di prenotazione virtuali. Inoltre, il turismo virtuale può essere utilizzato per raggiungere nuovi mercati e aumentare la visibilità delle aziende.
Aumentare la visibilità e creare shop a cui accedere per l’acquisto e la vendita di prodotti
Lo studio dell’Osservatorio Realtà aumentata e Metaverso della School of Management del Politecnico di Milano, offre una mappatura dei 308 progetti internazionali attivi. Si tratta di progetti che investono diversi settori. Nello specifico: “retail (30%), dell’entertainment (30%) e dell’It (17%), ma si trova anche un 9% di progetti finance e insurtech e un 5% food&beverage”. La maggior parte propone servizi per intrattenere la community dei brand e attirare nuovi target, per aumentare la visibilità o fornire ai consumatori un nuovo luogo dove acquistare i prodotti. Ma a questi progetti se ne affiancano altri di back-end con colloqui, attività di formazione, uffici e altre attività di risorse umane.
Mondo virtuale e mondo fisico. Comunicheranno?
La maggior parte dei progetti sono decisamente ben strutturati, in altri casi lo sono meno. Ad ogni modo, il collegamento tra mondo virtuale e mondo fisico non sembra, ad oggi, una priorità. Ci si accontenta di un’interazione solo virtuale con poche ricadute nella realtà fisica. Ovvio che il mondo dei mondi, cioè il Metaverso, è ancora in fase di definizione ma l’interesse delle aziende è crescente e anche la loro curiosità di conoscere e scoprire vantaggi che potrebbero trarre da nuovi business legati alla realtà virtuale e un exploit del Metaverso nel turismo.
Leggi anche:
Piano di Comunicazione per strutture ricettive
Social Trends 2023: tutte le news