L’accessibilità dei siti web è ormai un pilastro fondamentale nel mondo digitale moderno. Non si tratta solo di una questione legale, ma di un impegno verso l’inclusione universale, garantendo che chiunque, compresi gli utenti con disabilità o limitazioni temporanee, possa accedere agevolmente ai contenuti online. L’adozione di standard di accessibilità, infatti, va oltre il semplice rispetto delle normative: contribuisce a creare un’esperienza utente (UX) di alta qualità, rendendo il sito più navigabile e attraente per tutti, migliorando al contempo la reputazione aziendale.
Anche per chi non è vincolato da obblighi di legge, l’adozione di queste misure rappresenta un investimento strategico, in quanto aumenta la visibilità del sito sui motori di ricerca e dimostra una responsabilità sociale che viene sempre più apprezzata dai consumatori.
Questa nostra guida ti illustrerà i principali aspetti delle norme sull’accessibilità, delineando gli obblighi di conformità e le eventuali sanzioni previste. Vedremo, quindi, quali leggi si applicano, perché sono state introdotte, quali azioni devono intraprendere i siti web per allinearsi, chi è coinvolto da queste regole e quali sono le conseguenze di un mancato adeguamento.
Indice dei contenuti
- Normativa sull’accessibilità dei siti web: perché è stata creata
- Accessibilità dei siti web: la normativa
- Differenze tra le direttive sull’accessibilità dei siti web
- Web Agency e accessibilità dei siti web
- A chi viene applicata la normativa
- Sanzioni per il mancato rispetto della normativa
Normativa sull’accessibilità dei siti web: perché è stata creata
La normativa sull’accessibilità dei siti web è nata per promuovere una società digitale inclusiva, dove ogni individuo, a prescindere dalle proprie abilità fisiche, cognitive o sensoriali, può accedere e usufruire di contenuti e servizi online. L’obiettivo primario di questa normativa è abbattere le barriere digitali che impediscono a molte persone, in particolare a coloro con disabilità, di interagire con le piattaforme online pubbliche e private. In un mondo sempre più connesso, l’accessibilità digitale rappresenta una necessità sociale e un valore per l’uguaglianza, sostenendo il diritto di ciascuno a partecipare alla vita pubblica e ad accedere a risorse essenziali tramite il web.
Questa normativa trova fondamento nei principi di giustizia e inclusione sociale, ma è anche supportata da obblighi internazionali. La Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dall’Italia, sancisce infatti il diritto delle persone con disabilità di avere pieno accesso alle informazioni, inclusi i contenuti digitali. Tale convenzione impegna gli Stati membri a promuovere l’accessibilità in tutte le sue forme, dal settore pubblico fino al privato, obbligando i governi a rimuovere ogni ostacolo che possa limitare l’indipendenza delle persone.
Oltre all’aspetto etico, l’accessibilità digitale offre anche vantaggi pratici per le aziende e gli enti che la implementano. Un sito accessibile è generalmente più intuitivo e facile da navigare per tutti gli utenti, migliorando l’esperienza utente (UX), incrementando la fidelizzazione e raggiungendo un pubblico più vasto. Questo si traduce in una migliore reputazione aziendale, maggiore visibilità sui motori di ricerca e, in molti casi, nel rispetto di obblighi legali, riducendo il rischio di sanzioni per inadempienza normativa.
Accessibilità dei siti web: la normativa
In Italia, il quadro normativo sull’accessibilità dei siti web è articolato e include una combinazione di leggi nazionali, direttive europee e linee guida tecniche che mirano a garantire un accesso inclusivo ai contenuti digitali. Queste norme si applicano sia al settore pubblico che, in alcuni casi, al privato, con l’obiettivo di agevolare la fruizione dei servizi digitali da parte di persone con disabilità.
Principali norme di riferimento
- Legge n. 4/2004 (conosciuta anche come “Legge Stanca“): introdotta per la prima volta in Italia, questa legge stabilisce l’obbligo di rendere accessibili i siti web delle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici. La Legge Stanca ha gettato le basi per garantire a tutti i cittadini, compresi quelli con disabilità, un diritto di accesso ai servizi online offerti dalle istituzioni;
- Direttiva UE 2016/2102: questa direttiva rappresenta un passo avanti nell’inclusione digitale a livello europeo. In Italia, la direttiva impone agli enti pubblici di rendere accessibili non solo i siti web ma anche le applicazioni mobili. L’obiettivo è assicurare un accesso paritario ai contenuti digitali per tutti i cittadini europei, eliminando le barriere tecnologiche;
- Decreto-legge n. 76/2020: questo decreto ha ampliato l’obbligo di accessibilità, includendo alcuni soggetti privati che offrono servizi pubblici online e che hanno un fatturato medio superiore a 500 milioni di euro negli ultimi tre anni. Tali soggetti, spesso grandi aziende, sono tenuti a garantire la conformità ai requisiti di accessibilità sia sui loro siti web sia sulle app mobili;
- Direttiva (UE) 2019/882 (European Accessibility Act): con questa direttiva, l’Europa estende gli obblighi di accessibilità anche a prodotti e servizi digitali forniti dal settore privato, come e-commerce, servizi bancari, e terminali di pagamento. L’obiettivo è favorire un accesso equo per tutti, obbligando le aziende a ridurre le barriere nei settori chiave per la vita quotidiana;
- Decreto Legislativo 27 maggio 2022, n. 82: questo decreto ha recepito in Italia l’European Accessibility Act, rendendo obbligatori gli adeguamenti previsti dalla direttiva per le aziende che operano nei settori strategici. Si tratta di un passo importante per garantire che anche i privati rispettino standard di accessibilità per il miglioramento dell’inclusione digitale;
- Linee Guida AGID (Agenzia per l’Italia Digitale): queste linee guida forniscono indicazioni tecniche dettagliate per supportare l’adeguamento ai requisiti di accessibilità. Basate sugli standard internazionali WCAG 2.2 (Web Content Accessibility Guidelines), suggeriscono di raggiungere almeno il livello AA di conformità (se possibile, il livello massimo AAA), che rappresenta uno standard internazionale di riferimento per garantire l’accessibilità dei contenuti web.
Un quadro normativo complesso
Il contesto normativo italiano sull’accessibilità digitale è complesso e in continua evoluzione. Le disposizioni legali richiedono un costante aggiornamento per rispettare non solo le leggi nazionali come la Legge Stanca, ma anche direttive europee e linee guida tecniche, che specificano i criteri di conformità. Le Linee Guida AGID, con le WCAG 2.2, forniscono un framework tecnico per garantire che l’adeguamento sia completo e rispettoso degli standard internazionali, promuovendo un’esperienza di navigazione senza barriere.
Per chi gestisce siti web o applicazioni mobili, essere conformi a queste norme è essenziale non solo per evitare sanzioni, ma anche per costruire una reputazione positiva e garantire un accesso inclusivo ai servizi online.
Differenze tra le direttive sull’accessibilità dei siti web
Nel contesto delle normative europee sull’accessibilità digitale, le direttive UE 2016/2102 e (UE) 2019/882 (conosciuta come European Accessibility Act) hanno generato confusione a causa delle loro sovrapposizioni e delle differenze nei requisiti. Vediamo nel dettaglio come queste due direttive differiscono per ambito di applicazione, soggetti coinvolti e scadenze.
Ambito di applicazione
- Direttiva UE 2016/2102: questa direttiva si concentra unicamente sull’accessibilità dei siti web e delle applicazioni mobili delle pubbliche amministrazioni e di altri enti pubblici. L’obiettivo è rendere i servizi digitali pubblici accessibili a tutti, inclusi gli utenti con disabilità, garantendo un accesso paritario ai contenuti essenziali per la cittadinanza. Pertanto, riguarda servizi digitali come quelli offerti da enti governativi, università pubbliche e ospedali, mettendo l’accento sulla trasparenza e sulla fruibilità dei servizi erogati dallo Stato;
- Direttiva (UE) 2019/882 (European Accessibility Act): con un approccio più ampio, l’European Accessibility Act copre sia i siti web e le applicazioni mobili che una vasta gamma di prodotti e servizi digitali, includendo anche il settore privato. Questa direttiva si applica ad ambiti di rilievo come e-commerce, servizi bancari, terminali di pagamento, biglietterie elettroniche e lettori di e-book. L’obiettivo è promuovere l’accessibilità non solo nei servizi pubblici ma anche nei settori chiave dell’economia, permettendo a tutti i cittadini, compresi quelli con disabilità, di partecipare alla vita digitale e di accedere a beni e servizi fondamentali.
Soggetti coinvolti
- Direttiva UE 2016/2102: si rivolge principalmente alle pubbliche amministrazioni e ai loro enti associati. Tra questi rientrano non solo gli enti governativi tradizionali, ma anche istituti pubblici di istruzione (come università), ospedali pubblici e altri enti che forniscono servizi di interesse pubblico. La direttiva ha dunque un’attenzione esclusiva verso i servizi digitali offerti dallo Stato e dagli enti pubblici, con l’obiettivo di renderli fruibili per tutti;
- Direttiva (UE) 2019/882 (European Accessibility Act): coinvolge anche le aziende private che operano nei settori coperti dalla normativa, come l’e-commerce, i servizi bancari e le telecomunicazioni. Per le microimprese (con meno di 10 dipendenti e un fatturato annuo inferiore a 2 milioni di euro) sono previste delle esenzioni, tenendo conto della loro limitata capacità finanziaria e organizzativa di adattarsi a tali requisiti. Questo consente di concentrarsi sulle imprese di medie e grandi dimensioni, che forniscono prodotti e servizi di ampia diffusione.
Scadenze di adeguamento
- Direttiva UE 2016/2102: gli Stati membri dell’UE erano tenuti a recepire la direttiva entro il 23 settembre 2018, imponendo ai siti web delle pubbliche amministrazioni di adeguarsi ai requisiti di accessibilità entro il 23 settembre 2020. Per le applicazioni mobili, invece, la scadenza era fissata al 23 giugno 2021. Queste tempistiche hanno permesso alle amministrazioni pubbliche di introdurre gradualmente i miglioramenti necessari per garantire l’accessibilità;
- Direttiva (UE) 2019/882 (European Accessibility Act): gli Stati membri hanno avuto tempo fino al 28 giugno 2022 per recepire la direttiva, con una data di scadenza per le imprese fissata al 28 giugno 2025. Questo intervallo temporale permette alle aziende private di adeguarsi gradualmente ai requisiti previsti, implementando le misure necessarie per garantire l’accessibilità dei propri servizi e prodotti digitali.
In sintesi, la Direttiva UE 2016/2102 si concentra esclusivamente sui servizi digitali pubblici, mirando a una maggiore inclusività nelle piattaforme delle amministrazioni, mentre la Direttiva (UE) 2019/882 estende il campo d’azione al settore privato, con l’intento di migliorare l’accessibilità dei beni e servizi digitali essenziali per la vita quotidiana. Le tempistiche e i soggetti coinvolti variano, ma entrambe le direttive puntano a costruire un’Europa più accessibile, assicurando che la partecipazione digitale sia garantita per tutti i cittadini, senza discriminazioni.
Web Agency e accessibilità dei siti web
Per conformarsi alla normativa sull’accessibilità digitale, i siti web devono rispettare specifici requisiti tecnici e funzionali, progettati per rendere i contenuti accessibili a tutti, inclusi gli utenti con disabilità. Le Linee Guida AGID (Agenzia per l’Italia Digitale) forniscono le indicazioni essenziali, stabilendo che i siti devono seguire le WCAG 2.2 (Web Content Accessibility Guidelines) almeno a livello AA. Questi standard includono quattro principi fondamentali che devono essere rispettati per garantire un accesso equo e inclusivo ai contenuti digitali:
- Percepibilità: i contenuti del sito devono essere percepibili anche per chi ha disabilità sensoriali. Ad esempio, le immagini devono includere testi alternativi (alt text) per consentire agli utenti con disabilità visiva di comprendere i contenuti visuali. Allo stesso modo, i video devono essere dotati di sottotitoli o trascrizioni per gli utenti con disabilità uditiva. Anche elementi visivi come contrasti di colore e opzioni di ingrandimento sono necessari per rendere i contenuti leggibili;
- Operabilità: il sito deve consentire l’interazione senza il mouse, utilizzando solo la tastiera. Questo è essenziale per gli utenti con disabilità motorie che non possono utilizzare il mouse. Ad esempio, ogni elemento interattivo (come i pulsanti di navigazione) deve essere accessibile tramite la tastiera, con un focus visibile che indichi quale elemento è selezionato. La struttura del sito dovrebbe anche evitare elementi che possono causare difficoltà, come i contenuti in movimento, i quali devono poter essere facilmente fermati o evitati;
- Comprensibilità: i contenuti devono essere chiari e comprensibili per tutti gli utenti. È consigliabile utilizzare un linguaggio semplice e accessibile, evitando termini tecnici o complessi, e organizzare i contenuti in modo logico e intuitivo. Layout chiari, titoli esplicativi e paragrafi ben strutturati migliorano la comprensibilità, rendendo il sito più accessibile anche agli utenti con disabilità cognitive o difficoltà di apprendimento;
- Robustezza: il sito deve essere compatibile con i vari strumenti utilizzati dagli utenti con disabilità, come screen reader e dispositivi di input alternativo. Ciò significa che il codice del sito deve seguire standard di sviluppo che garantiscano la compatibilità con i browser e i vari dispositivi di assistenza, assicurando che i contenuti siano fruibili su un’ampia gamma di piattaforme e dispositivi.
Il ruolo delle web agency
Le web agency che si occupano di sviluppare siti per i propri clienti hanno una responsabilità fondamentale nell’adozione di questi requisiti fin dalla fase di progettazione. Non si tratta solo di rispettare la normativa, ma di adottare un approccio favorevole all’accessibilità, per garantire che i siti siano accessibili a tutti fin dal rilascio. Le web agency devono:
- Progettare siti con un’architettura accessibile, considerando sin dall’inizio l’usabilità e la fruibilità per utenti con disabilità;
- Sviluppare i contenuti rispettando gli standard WCAG 2.2 e garantendo che ogni elemento del sito sia conforme ai requisiti di accessibilità;
- Effettuare test di accessibilità sia manuali che con strumenti automatici, per identificare e risolvere eventuali criticità;
- Prevedere verifiche periodiche: l’accessibilità non si esaurisce con il rilascio del sito. Aggiornamenti e modifiche continue possono compromettere l’accessibilità, pertanto è essenziale programmare controlli periodici per mantenere gli standard nel tempo.
Rispettare i requisiti di accessibilità significa promuovere un web inclusivo e garantire un’esperienza utente soddisfacente per tutti. I siti e le web agency che investono in accessibilità contribuiscono a creare un ambiente digitale equo e migliorano la loro reputazione e visibilità online.
A chi viene applicata la normativa
La normativa sull’accessibilità dei siti web è concepita per garantire che i contenuti e i servizi digitali siano fruibili da tutti, in particolare dalle persone con disabilità. Questa normativa, articolata su diverse leggi e direttive, stabilisce obblighi specifici per una varietà di soggetti pubblici e privati, includendo anche alcune eccezioni. Di seguito, vediamo in dettaglio chi è tenuto a rispettare queste regole e chi è esonerato:
- Pubbliche Amministrazioni e altri Enti Pubblici: gli enti pubblici, come le amministrazioni statali, le università, gli ospedali e altre organizzazioni che erogano servizi digitali al pubblico, sono tra i principali destinatari della normativa. Questi enti devono assicurare che i propri siti web e applicazioni mobili siano accessibili, al fine di permettere a tutti i cittadini, inclusi coloro con disabilità, di utilizzare i servizi pubblici online senza barriere. L’obiettivo è promuovere l’inclusione digitale nella fruizione di servizi essenziali come l’istruzione, la sanità e i servizi governativi;
- Aziende private che offrono servizi di pubblica utilità: anche alcune aziende private sono obbligate a rispettare gli standard di accessibilità, soprattutto quelle che operano in settori di pubblica utilità. Questo include le aziende che offrono servizi essenziali come il trasporto, l’energia, le telecomunicazioni e l’assistenza sanitaria. La normativa impone a queste aziende di adattare i propri siti e app per garantire che i loro clienti, inclusi quelli con disabilità, possano accedere facilmente alle informazioni e ai servizi offerti. In questo modo, i cittadini possono avere pari opportunità di accesso a servizi essenziali nella loro vita quotidiana;
- Grandi aziende private con fatturato elevato: anche le aziende private che non rientrano nei servizi di pubblica utilità possono essere obbligate ad adeguarsi agli standard di accessibilità, a condizione che abbiano un fatturato medio annuo superiore a 500 milioni di euro e che offrano servizi al pubblico attraverso piattaforme digitali come siti web o applicazioni mobili. Questa disposizione si applica a grandi imprese che operano in vari settori, tra cui l’e-commerce, la finanza e il retail, e garantisce che i loro servizi digitali siano accessibili e inclusivi.
Esenzioni ed eccezioni
La Direttiva (UE) 2019/882 prevede delle eccezioni per le microimprese. Le microimprese sono definite come aziende con meno di 10 dipendenti e un fatturato annuo o bilancio totale non superiore a 2 milioni di euro. Queste piccole imprese non sono obbligate a rispettare i requisiti di accessibilità previsti dalla normativa, poiché si ritiene che l’adeguamento possa rappresentare un carico finanziario e organizzativo eccessivo per realtà di dimensioni così ridotte.
Sanzioni per il mancato rispetto della normativa
Il mancato rispetto degli obblighi di accessibilità dei siti web comporta conseguenze rilevanti per aziende ed enti pubblici. Oltre ai costi finanziari diretti, la non conformità incide negativamente sulla reputazione aziendale e può comportare interventi correttivi da parte delle autorità.
Le sanzioni amministrative sono previste sia per le pubbliche amministrazioni sia per le aziende private che non rispettano i requisiti di accessibilità dei siti web e delle app mobili. La gravità delle sanzioni varia in base all’entità della violazione e alla dimensione del soggetto responsabile:
- Per le aziende più grandi, le sanzioni possono essere particolarmente severe, con multe che partono da 5.000 euro e possono raggiungere i 50.000 euro per le infrazioni più gravi;
- Le pubbliche amministrazioni rischiano sanzioni proporzionate alla loro responsabilità di fornire servizi accessibili a tutti i cittadini, compresi quelli con disabilità.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) è incaricata di vigilare sul rispetto della normativa e di applicare le sanzioni alle imprese non conformi. L’obiettivo è incentivare una più ampia adozione delle misure di accessibilità e promuovere la partecipazione inclusiva di tutti i cittadini.
Obblighi di adeguamento
Le autorità possono imporre obblighi di adeguamento per i siti e le applicazioni che non rispettano gli standard di accessibilità. Questo significa che, oltre a subire sanzioni economiche, le aziende e le pubbliche amministrazioni possono essere obbligate a intervenire rapidamente per allinearsi ai requisiti richiesti. Inoltre, le autorità possono stabilire un termine entro il quale i soggetti interessati devono apportare le modifiche necessarie per rendere i loro contenuti digitali accessibili. Il mancato adeguamento entro il termine fissato può comportare ulteriori sanzioni e procedimenti.
Sanzioni specifiche per l’E-commerce e il settore digitale
Per il settore e-commerce e altri servizi digitali, il Decreto Legislativo n. 82/2022, che recepisce l’European Accessibility Act, prevede sanzioni specifiche a partire dal 28 giugno 2025. Le aziende del settore digitale dovranno garantire che i propri siti e applicazioni mobili siano accessibili, pena l’applicazione di multe in base alla gravità della violazione e alla dimensione dell’azienda. Le multe sono pensate per incentivare l’inclusione e garantire che anche il commercio digitale sia accessibile a tutti, ampliando l’accesso ai beni e servizi online per le persone con disabilità.