Nelle ultime settimane, si sono moltiplicate le segnalazioni relative alla scomparsa dei siti web istituzionali di numerosi comuni italiani dai risultati di ricerca di Google. Questi portali, sviluppati seguendo scrupolosamente le linee guida del design pubblico italiano e rispettando i requisiti di accessibilità e trasparenza previsti dalle normative, sembrano improvvisamente essere diventati invisibili ai motori di ricerca, suscitando preoccupazione tra amministratori locali e tecnici.
La problematica ha spinto diverse amministrazioni a investigare, avvalendosi di esperti e consulenti SEO per scoprire le ragioni dietro questa improvvisa perdita di visibilità. Mentre alcuni portali comunali continuano a essere indicizzati e a comparire tra i risultati di ricerca, moltissimi altri hanno registrato un declassamento evidente e preoccupante o sono addirittura scomparsi dall’indice di Google, impedendo ai cittadini di accedere a informazioni vitali su servizi, eventi locali e bandi.
L’impatto di questa problematica va ben oltre il mero posizionamento SEO. La perdita di visibilità dei siti istituzionali limita infatti la capacità delle amministrazioni comunali di comunicare efficacemente con i cittadini, ostacolando la diffusione di informazioni pubbliche e minando la trasparenza delle attività governative. Inoltre, i tecnici informatici stanno cercando di individuare le cause, esplorando vari aspetti tra cui modifiche agli algoritmi di Google, possibili errori di configurazione dei portali e questioni tecniche legate alla struttura dei siti web o alla gestione dei domini e dei certificati SSL.
La questione ha, quindi, assunto un carattere nazionale, portando alla luce la necessità di comprendere non solo il motivo della penalizzazione di Google, ma anche come sia possibile recuperare la visibilità persa e garantire che queste risorse online restino accessibili e raggiungibili per la popolazione.
Il problema dell’indicizzazione: un fenomeno diffuso tra i siti istituzionali italiani
L’anomalia dell’indicizzazione dei siti web comunali italiani emerge in modo evidente quando si analizzano le loro performance attraverso strumenti come Google Search Console. Il messaggio più ricorrente è infatti: “La pagina non è indicizzata: Pagina scansionata, ma attualmente non indicizzata”. In pratica, Google conferma di aver scansionato i contenuti, ma decide di non renderli visibili nei risultati di ricerca, senza specificare alcuna motivazione precisa o indicare errori tecnici particolari.
Questo comportamento sta suscitando molta confusione tra i tecnici, in quanto la mancata indicizzazione sembra avvenire senza segnali evidenti di criticità o non conformità. Analizzando la documentazione ufficiale di Google, emergono dettagli che però non chiariscono completamente il problema. Google, infatti, specifica che la mancata indicizzazione di una pagina non è necessariamente un problema tecnico e che, in molti casi, una pagina può essere scansionata ma non inclusa nell’indice di ricerca. L’azienda suggerisce spesso di migliorare la qualità dei contenuti per favorire l’indicizzazione. Questa indicazione risulta ambigua per i siti istituzionali italiani, che dovrebbero già rispettare standard di qualità elevati, seguendo le linee guida ufficiali del design pubblico e offrendo contenuti trasparenti e informativi, come previsto dalle normative.
La situazione diventa ancora più complessa considerando che molte di queste pagine erano già indicizzate e raggiungevano posizionamenti stabili prima di scomparire improvvisamente dai risultati di ricerca. La sparizione simultanea di numerosi siti, nonostante il loro contenuto sia di alta qualità e aggiornato, solleva diversi interrogativi. Molti esperti ritengono che l’algoritmo di Google possa aver introdotto modifiche recenti che stanno influenzando negativamente i siti governativi o istituzionali, probabilmente per errori legati a criteri di valutazione algoritmica della qualità o della rilevanza dei contenuti.
Per rispondere a queste criticità, diversi tecnici stanno esplorando una serie di strategie per tentare di riportare i siti web comunali italiani tra i risultati di ricerca. Tra queste strategie vi sono il miglioramento dell’architettura del sito, la revisione dei metadati e delle descrizioni, l’ottimizzazione del tempo di caricamento e dell’esperienza utente. Inoltre, si stanno valutando possibili adeguamenti relativi ai certificati SSL e alle pratiche di linking interno, per agevolare la comprensione e la valorizzazione dei contenuti da parte degli algoritmi di Google.
In questo contesto di incertezza, rimane essenziale comprendere se il problema possa essere risolto attraverso interventi tecnici mirati o se sia necessaria una collaborazione più ampia con Google per garantire che i portali istituzionali italiani, fondamentali per il servizio ai cittadini, possano riacquisire una visibilità adeguata nei motori di ricerca.
La scomparsa dei siti web dei Comuni italiani da Google: un problema diffuso e complesso
La sparizione dei siti web comunali italiani dai risultati di Google non è un fenomeno isolato o limitato a specifiche realtà locali. Nonostante i progressi fatti nell’ottimizzazione dei portali istituzionali, comprese le implementazioni più recenti delle linee guida del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e il rispetto degli standard di design pubblico, molti di questi siti continuano a essere esclusi dall’indicizzazione. Il problema riguarda anche portali con ottime performance sui Core Web Vitals, i principali indicatori utilizzati da Google per valutare la velocità, la stabilità visiva e l’interattività di un sito.
Questo suggerisce che la causa della scomparsa dei siti non sia riconducibile a problematiche tecnologiche o di contenuto, né a una scarsa qualità della struttura web. In molti casi, i siti colpiti sono stati aggiornati per soddisfare i più recenti requisiti di accessibilità e fruibilità, offrendo esperienze di navigazione ottimali sia su desktop che su dispositivi mobili. Eppure, nonostante queste ottimizzazioni, molti di questi portali istituzionali continuano a non comparire tra i risultati di ricerca, privando i cittadini di uno strumento essenziale per l’accesso a informazioni e servizi pubblici.
L’ipotesi che sta prendendo piede tra gli esperti di settore è che si tratti di una conseguenza legata a un recente aggiornamento degli algoritmi di Google. Gli algoritmi di ricerca, infatti, subiscono continui miglioramenti per affinare la capacità di identificare e promuovere contenuti rilevanti, ma queste modifiche possono anche generare effetti collaterali indesiderati, specialmente per i siti governativi e istituzionali che presentano caratteristiche particolari. Le modifiche algoritmiche recenti potrebbero aver inavvertitamente penalizzato siti con determinate configurazioni o pattern di contenuto, come quelli tipici dei portali comunali, che non rispondono perfettamente ai nuovi criteri di valutazione.
Il fenomeno ha portato i responsabili IT e i webmaster delle amministrazioni locali a considerare diverse ipotesi, inclusa la possibilità che Google stia temporaneamente “filtrando” i portali istituzionali con l’intento di ridurre il sovraccarico dell’indice o migliorare la pertinenza dei risultati. Tuttavia, l’esclusione di questi siti non solo compromette la capacità dei comuni di comunicare con i cittadini ma limita anche l’accesso a informazioni cruciali su servizi locali, orari di uffici pubblici, eventi e iniziative territoriali.
Questa situazione sta quindi sollevando una richiesta diffusa di maggiore trasparenza da parte di Google e di un possibile supporto tecnico per aiutare i siti istituzionali a rientrare nei risultati di ricerca. La soluzione potrebbe risiedere in un dialogo tra Google e le istituzioni italiane per individuare eventuali soluzioni condivise e garantire che i contenuti pubblici continuino a essere facilmente accessibili.
Una questione di ranking o qualcosa di più?
Dai numerosi test condotti su diversi motori di ricerca, emerge che il problema di visibilità riguarda prevalentemente Google. Su altre piattaforme, come Bing o Yahoo, i siti istituzionali dei comuni italiani non sembrano aver subito una simile perdita di posizionamento. Cercando “Comune di [nome città]” su Bing, i portali comunali continuano infatti ad apparire tra i primi risultati, con una visibilità adeguata e in linea con le aspettative di rilevanza per le ricerche locali.
Invece, su Google, pur essendo i siti correttamente indicizzati e rintracciabili utilizzando la ricerca “site:” (es. “site.nomecittà.it”), la loro visibilità sembra drasticamente ridotta. In molti casi, questi siti sono relegati in posizioni molto basse o risultano assenti dalle prime pagine dei risultati di ricerca, rendendo difficoltoso per gli utenti trovarli in maniera organica. Questa dinamica lascia supporre che Google stia penalizzando i siti comunali nel ranking piuttosto che nella fase di indicizzazione, posizionandoli volutamente più in basso rispetto ad altre fonti, nonostante la conformità ai requisiti SEO standard.
Alcuni esperti hanno ipotizzato che questa riduzione di visibilità possa derivare da un cambiamento recente negli algoritmi di Google, i quali potrebbero ora privilegiare risultati più commerciali o legati a piattaforme esterne per rispondere alle ricerche locali. Ciò potrebbe, di fatto, penalizzare i portali istituzionali, che vengono considerati meno “competitivi” rispetto a siti di directory locali, mappe o fonti di informazione commerciale. Un’altra possibilità è che le pagine dei comuni siano in qualche modo percepite da Google come meno “rilevanti” rispetto ad altre, o che presentino pattern di contenuto o strutture tipiche dei siti istituzionali che potrebbero inavvertitamente attivare filtri o penalità dell’algoritmo.
Questo scenario solleva una questione importante: se i portali istituzionali, che rappresentano fonti ufficiali e autorevoli, non compaiono più tra i primi risultati, come possono i cittadini ottenere informazioni affidabili in maniera semplice e diretta? La difficoltà di accedere a siti ufficiali tramite la ricerca Google rischia di compromettere la trasparenza e l’accessibilità delle amministrazioni comunali, creando un divario informativo che non risponde alle esigenze dei cittadini.
Questa situazione complessa sta portando numerosi professionisti del settore a richiedere un approfondimento da parte di Google, auspicando chiarimenti sul motivo della penalizzazione dei siti istituzionali italiani.
Le possibili soluzioni: strategie in attesa di risposte
Di fronte all’assenza di risposte ufficiali da parte di Google, molte amministrazioni comunali si sono attivate autonomamente per arginare il problema della scarsa visibilità dei loro siti. Questi portali, infatti, rappresentano il principale canale di comunicazione tra i comuni e i cittadini, fondamentali per fornire informazioni tempestive su servizi pubblici, orari degli uffici, bandi e iniziative locali. Il blocco dell’accesso facile a queste informazioni compromette la trasparenza e l’efficacia dei servizi pubblici, rendendo urgente una soluzione.
Per cercare di individuare i fattori alla base del problema, i tecnici comunali stanno intensificando il monitoraggio delle loro pagine attraverso Google Search Console, analizzando ogni parametro disponibile e ogni messaggio di avviso. Nonostante le indagini, la causa della mancata indicizzazione o del declassamento dei siti istituzionali sembra ancora sfuggente. Alcuni indizi, come l’apparizione del messaggio “Pagina scansionata, ma attualmente non indicizzata”, lasciano supporre che il problema possa essere collegato a una modifica nell’algoritmo di Google o a criteri temporanei di filtraggio, ma senza una conferma ufficiale queste rimangono solo ipotesi.
Di fronte a questa situazione di incertezza, alcuni comuni stanno cercando soluzioni temporanee, come l’ottimizzazione dei contenuti e il potenziamento delle pratiche SEO locali, nella speranza che interventi di ottimizzazione possano contribuire a migliorare la visibilità. Poiché questi siti sono già progettati in conformità con le linee guida del design pubblico e con un’attenzione alla qualità dei contenuti, è chiaro che non basta una semplice riorganizzazione delle parole chiave o dei metadati per risolvere il problema.
Molti professionisti del settore suggeriscono che una soluzione definitiva richiederebbe un intervento diretto da parte di Google. L’auspicio è che la piattaforma fornisca al più presto chiarimenti ufficiali sull’accaduto e, se necessario, riveda i propri parametri di indicizzazione e ranking per i siti istituzionali. Questo approccio aiuterebbe a ristabilire la visibilità di questi portali, restituendo ai cittadini l’accesso rapido e diretto alle informazioni essenziali dei loro comuni.
Fino ad allora, i comuni continuano a cercare soluzioni intermedie e a collaborare con esperti SEO, esplorando ogni possibilità per ristabilire la presenza online dei loro portali.