Direttiva Omnibus in Italia: consumatori più tutelati

Direttiva Omnibus in Italia consumatori più tutelati

Il recepimento della Direttiva Omnibus in Italia rappresenta un passaggio importante nel processo di aggiornamento e armonizzazione delle normative europee a tutela dei consumatori, soprattutto in un contesto in cui il commercio elettronico e le vendite online hanno assunto un ruolo sempre più centrale. La direttiva, formalmente conosciuta come Direttiva (UE) 2019/2161, si inserisce nel più ampio “New Deal for Consumers” promosso dalla Commissione Europea con l’intento di rafforzare i diritti dei consumatori in tutta l’Unione, introducendo regole più stringenti nei confronti dei professionisti, in particolare quelli attivi nel settore dell’e-commerce.

Questa normativa nasce dalla constatazione che, fino ad oggi, le leggi nazionali in materia di trasparenza commerciale, pratiche sleali e diritti dei consumatori erano spesso disomogenee, generando incertezze giuridiche e sperequazioni tra gli Stati Membri. La frammentarietà delle disposizioni ha favorito l’insorgere di pratiche scorrette, difficili da contrastare in maniera uniforme, con conseguenze negative sia per i consumatori – spesso esposti a messaggi ingannevoli, recensioni false e sconti fittizi – sia per le imprese corrette, penalizzate da una concorrenza sleale.

L’obiettivo primario della Direttiva Omnibus è dunque duplice: da un lato, armonizzare le norme tra i diversi Paesi dell’UE, assicurando che i diritti dei consumatori siano tutelati ovunque allo stesso modo; dall’altro, rafforzare i meccanismi di controllo e le sanzioni contro chi adotta comportamenti illeciti o poco trasparenti. In particolare, si punta a garantire che i consumatori ricevano informazioni chiare, veritiere e complete, soprattutto in ambito digitale, dove il rischio di manipolazione è maggiore.

Con l’adozione del Decreto Legislativo n. 26/2023, l’Italia ha finalmente dato attuazione a questa importante direttiva, seppur in ritardo rispetto alla scadenza prevista, e ha aggiornato il proprio Codice del Consumo introducendo nuove norme in materia di trasparenza dei prezzi, recensioni online, personalizzazione dinamica dei prezzi e posizionamento dei prodotti nei marketplace. Si tratta di un intervento normativo che mira a ristabilire l’equilibrio nei rapporti tra professionisti e consumatori, favorendo una maggiore fiducia nel mercato e incentivando comportamenti commerciali corretti.

Indice dei contenuti

La Direttiva Omnibus e il suo recepimento in Italia

La Direttiva (UE) 2019/2161, nota come Direttiva Omnibus, è stata recepita in Italia con il Decreto Legislativo n. 26 del 7 marzo 2023, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 marzo 2023. La maggior parte delle disposizioni è entrata in vigore il 2 aprile 2023, mentre alcune, come quelle sulla trasparenza dei prezzi promozionali, si applicano dal 1° luglio 2023.

Il recepimento non è stato privo di criticità: l’Italia è infatti incorsa in una procedura di infrazione (n. 2022/0107) da parte della Commissione Europea a causa del ritardo nell’adozione della normativa, che sarebbe dovuta entrare in vigore tra il 2021 e il 2022.

Il Codice del Consumo: un’evoluzione normativa continua

Il fulcro della Direttiva Omnibus si innesta direttamente nel Codice del Consumo (D.lgs. 206/2005), una normativa fondamentale che dal 2005 disciplina il rapporto tra consumatori e operatori economici. La direttiva europea non riscrive il Codice, ma lo aggiorna e rafforza, ampliando le tutele già previste.

Il Codice del Consumo è stato nel tempo arricchito con strumenti fondamentali come la class action, procedure semplificate per l’accesso alla giustizia, garanzie di trasparenza nella pubblicità e obblighi informativi sempre più stringenti. L’intervento della Direttiva Omnibus segue questo solco, andando a colmare lacune ancora presenti, soprattutto nel mondo digitale e dell’e-commerce.

Le principali novità introdotte dalla Direttiva Omnibus

Tra le innovazioni più significative introdotte dal decreto attuativo, si segnalano:

1. Trasparenza nelle offerte promozionali

L’articolo 17-bis del Codice del Consumo impone che, durante le campagne promozionali, i venditori indichino in modo chiaro e visibile il prezzo più basso praticato nei 30 giorni precedenti all’applicazione dello sconto. Questo per evitare pratiche scorrette come il “finto sconto”, cioè aumentare un prezzo prima di una promozione per poi abbassarlo creando l’illusione di un ribasso significativo.

In caso di sconti progressivi, il prezzo di riferimento da esporre resta quello indicato al momento della prima riduzione. Sono previste eccezioni: prezzi di lancio, vendite sottocosto e prodotti deperibili come quelli alimentari non rientrano nel campo di applicazione.

2. Sanzioni per le pratiche scorrette

Chi viola l’articolo 17-bis è soggetto a sanzioni amministrative pecuniarie che vanno da 516 a 3.098 euro, come previsto dall’art. 22 comma 3 del D.lgs. 114/1998. Le nuove norme vanno ad ampliare il perimetro delle pratiche commerciali scorrette, già disciplinate dagli articoli 21 e seguenti del Codice del Consumo.

3. Trasparenza nelle recensioni online

Un altro ambito innovativo è quello delle recensioni pubblicate sui siti web. Il venditore ha ora l’obbligo di informare il consumatore sulle modalità di verifica dell’autenticità delle recensioni, specificando se e come viene controllato che esse provengano effettivamente da acquirenti reali. È quindi vietato inserire recensioni false o manipolate.

4. Chiarezza nelle ricerche online

Le piattaforme digitali e i marketplace devono indicare i principi di posizionamento dei prodotti nei risultati di ricerca, evidenziando se un risultato è frutto di sponsorizzazione o meno. L’obiettivo è evitare che i consumatori siano indotti in errore da risultati apparentemente “organici” ma in realtà pagati.

5. Diritto all’informazione per i contratti digitali

I professionisti devono rendere chiaro se un prezzo personalizzato è stato calcolato automaticamente sulla base di un profilo del consumatore, ad esempio grazie a cookie, cronologia o algoritmi. Ciò riguarda soprattutto gli store online che usano il dynamic pricing.

Cosa cambia concretamente per consumatori e venditori

Per i venditori, in particolare quelli attivi nel mondo dell’e-commerce, il decreto comporta una maggiore responsabilità nella comunicazione commerciale. Le informazioni fornite devono essere verificabili, veritiere e facilmente comprensibili per il consumatore medio. L’obbligo di mostrare il prezzo più basso praticato nei 30 giorni precedenti a una promozione, la trasparenza sui criteri di posizionamento dei prodotti nei risultati di ricerca, e la dichiarazione di eventuali meccanismi di personalizzazione dinamica dei prezzi impongono l’adozione di nuove prassi operative, strumenti tecnologici adeguati e un’attenta revisione delle politiche di marketing. Le sanzioni previste per le violazioni non sono solo di tipo economico: un uso scorretto delle recensioni o la simulazione di ribassi può comportare gravi danni reputazionali, perdita di fiducia da parte dei clienti e l’attivazione di azioni collettive da parte delle associazioni dei consumatori.

Per i consumatori, invece, la direttiva apre la strada a una maggiore consapevolezza e protezione, soprattutto nell’ambiente digitale, dove le pratiche scorrette sono spesso più difficili da riconoscere. La possibilità di valutare l’effettiva convenienza di un’offerta, di sapere se un prezzo è stato personalizzato in base al proprio comportamento online o se una recensione è autentica, contribuisce a decisioni d’acquisto più informate, libere e meno condizionate. Inoltre, grazie all’ampliamento delle pratiche considerate scorrette e alla presenza di strumenti di tutela collettiva, i consumatori dispongono ora di più mezzi per far valere i propri diritti, anche nei confronti di grandi piattaforme digitali. In questo modo si promuove un rapporto più equilibrato tra domanda e offerta, fondato su fiducia, trasparenza e correttezza.

Impatti a lungo termine e prospettive future

La Direttiva Omnibus segna una svolta per il mondo del commercio, soprattutto digitale, e rappresenta un passo avanti per la costruzione di un mercato europeo più equo, trasparente e sicuro. L’Italia, seppure in ritardo, ha finalmente allineato la sua normativa agli standard europei, con benefici tangibili per tutti: consumatori più tutelati, grazie a strumenti di protezione più efficaci, e imprese più corrette, incentivate ad adottare comportamenti leali e responsabili. In un contesto sempre più interconnesso e digitalizzato, questa armonizzazione normativa favorisce anche la competitività, creando un ambiente in cui le regole sono chiare e uguali per tutti gli operatori del mercato.

Nel medio-lungo termine, la piena applicazione della direttiva potrà determinare un innalzamento della fiducia dei consumatori, elemento fondamentale per la crescita del commercio elettronico e della digital economy. Le imprese che sapranno adattarsi tempestivamente e con trasparenza alle nuove disposizioni avranno l’opportunità di distinguersi per affidabilità e serietà, conquistando nuove fasce di clientela. D’altro canto, sarà fondamentale che gli organismi di vigilanza e le autorità competenti mantengano un alto livello di controllo e di enforcement delle norme, affinché le tutele previste non restino solo sulla carta ma si traducano in benefici concreti e misurabili per tutta la collettività.

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