In questo testo proveremo a spiegare, in modo semplice, cos’è il metodo AIDA e come funziona. Si tratta, senza dubbio, di uno strumento marketing molto usato e diffuso tra i content creators . Un vero e proprio schema che copywriters e direttori creativi devono necessariamente conoscere e seguire per lavorare bene ed avere successo.
Un percorso interiore
Prima di scegliere cosa fare o compiere qualsiasi tipo di azione, una persona attraversa un percorso ideale che dura pochi istanti ma gli consente di valutare alcune condizioni di partenza e compiere, di conseguenza, delle scelte d’acquisto. Questo percorso porta alle porte del metodo AIDA. Letteralmente “AIDA” sta per attenzione, interesse, desiderio e azione. Sono quattro fasi possono essere immaginate come tappe necessarie di un viaggio attraverso cui l’utente viene accompagnato davanti alla porta d’ingresso del nostro sito web, del blog che gestiamo o semplicemente dell’eCommerce integrato alla nostra attività. È un meccanismo che funziona nel mondo virtuale ma anche in quello fisico. Si tratta ovviamente di un percorso ideale perché è impossibile prevedere, in modo esatto, il percorso mentale dell’utente.
L’attenzione
Immaginiamo di essere un’azienda e di voler acquisire nuovi contatti e futuri clienti anche grazie ai contenuti che pubblichiamo online per mezzo del nostro sito o attraverso canali social. La prima cosa da fare, se non siamo esperti in questo settore, è quello di rivolgerci ad un professionista esperto che sappia indirizzarci al meglio. Nella prima fase del metodo AIDA l’obbiettivo è quello di farsi conoscere creando un’identità online forte e riconoscibile. In un mondo dove la comunicazione corre velocissima e le informazioni sono moltissime, l’utente potrebbe essere distratto o confuso. Un buon comunicatore deve attrarre la sua attenzione, trovare il modo di bloccarlo davanti allo schermo anche solo per qualche istante. Nella fase dell’attenzione devono essere condivisi post, articoli, email con titoli o immagini che suggeriscono informazioni nuove, emozionali, provocatorie, ironiche e stimolanti. E’ importante creare suspence e curiosità nel pubblico che piano piano inizia a seguirci e a riconoscerci. Ovviamente, per fare questo, è necessario avere la chiara risposta ad alcune domande: a chi mi rivolgo? Qual è il mio target? Chi acquisterà i miei prodotti o i miei servizi? A chi interessano?
Interesse
Eccoci al secondo importante step del metodo AIDA: l’interesse. Attrarre il pubblico serve a poco se non abbiamo la capacità di suscitare interesse nei servizi o nei prodotti che forniamo. In questa seconda fase l’argomento resta lo stesso ma viene trattato in modo differente. Immaginiamo che un’azienda decida di attrarre il pubblico descrivendo il proprio prodotto che può essere, per esempio, un maxi maglione per difendersi dal freddo invernale. Mostrando la morbidezza del tessuto e i colori vivi potrebbe attrarre uno o più utenti ma poi, deve anche convincerli ad acquistarlo suscitando in lui un interesse che va ben oltre l’attenzione. Come? Prospettandogli, per esempio, il risparmio che potrebbe avere acquistando una soluzione riscaldante ad personam. L’argomento deve quindi riguardare un problema o un’esigenza viva del pubblico. Qualcosa per cui chi legge può essere non solo attratto ma interessato all’acquisto per trarne un’utilità.
Desiderio
Ho visto il maxi maglione caldissimo e bellissimo sui social. Sono stata attratta dal colore e dall’idea di averlo ma costa troppo e quindi aspetto. Mi rendo conto che questa soluzione potrebbe proteggermi dal freddo e farmi risparmiare in un inverno che si prospetta molto freddo con i rincari dell’energia che continuano a crescere di giorno in giorno. Ora il mio livello di attenzione è cresciuto tanto da trasformarsi in un vero e proprio interesse. Ci sono solo pochi pezzi e quindi devo decidere in fretta. Cosa succede? L’intesse si trasforma in desiderio. Siamo nel mondo delle emozioni e bramiamo tantissimo quell’oggetto che abbiamo visto, valutato, riguardato più volte e immaginato sul nostro corpo.
Azione
Le prime tre fasi hanno avviato un percorso capace di sfondare la barriera della disattenzione, attrarre l’utente, abbattere i suoi dubbi e stimolare un interesse che pian piano si è trasformato in vero e proprio desiderio. L’ultimo step è l’acquisto e un testo persuasivo può provocare l’azione finale dell’acquisto. Oppure, al contrario, una scrittura fredda e distaccata, potrebbe far tentennare l’utente che proprio alle porte nel nostro store sceglie di chiudere tutto e proseguire con altre ricerche. Si comprende come e perché questo ultimo step sia il più delicato di tutti quello a cui l’imprenditore guarda con impazienza spesso sbagliando. Dal punto di vista dei contenuti, in questa fase, occorre invitare il pubblico a compiere un’azione che sia acquistare un prodotto o abbonarsi ad un servizio. Il copy persuasivo e le CTA (call to action o inviti all’azione) entrano in campo in questo preciso istante agendo, indirettamente, sulla scelta dell’utente. Qui i contenuti hanno un taglio più pubblicitario, succinto, d’impatto. Naturalmente questo è possibile perché prima ci siamo fatti conoscere e abbiamo dimostrato il nostro valore e le nostre reali competenze.
L’AIDA marketing e i contenuti di valore
Chi fa marketing online non può prescindere dall’alta qualità dei contenuti che devono essere di valore e qualificati. Ovviamente è bene chiarire che anche in presenza di una corretta applicazione del metodo da parte del comunicatore e nonostante la presenza di buoni o ottimi contenuti non è automatico l’acquisto o il compimento di un’azione positiva da parte dell’utente finale. Questo perché il percorso ideale non può tener conto di molti fattori variabili che agiscono sul processo decisionale del consumatore. Per ritornare al nostro esempio. Ho visto un maxi maglione caldissimo, scelgo di acquistarlo perché il prezzo è buono, mi piace il colore e penso di poter risparmiare qualcosa visto le difficoltà legate all’aumento dei costi di energia. Lo desidero con tutta me stessa e sto quasi per acquistarlo. Poi mi ricordo del maxi maglione che mi hanno regalato l’anno scorso, anche quello caldissimo e bellissimo, e penso che forse non è il momento di fare altri acquisti e scelgo di non comprarlo. La mia azione di “non acquisto” non dipende dalla cattiva comunicazione da parte dell’azienda o da una ridotta qualità dei contenuti che potrebbero essere perfetti ma da varianti che il comunicatore non può prevedere.