La presenza delle donne in politica rappresenta una questione di rilevante importanza per garantire la costruzione di società più equilibrate e maggiormente inclusive. Storicamente, la politica è una prerogativa prevalentemente maschile, ma per fortuna negli ultimi decenni le cose hanno cominciato a cambiare e abbiamo visto un crescente impegno da parte delle donne nel campo politico. Questo nuovo scenario riflette una società in evoluzione ma porta anche a una maggiore varietà di prospettive diverse che può solo arricchire il processo decisionale.
L’ingresso delle donne in politica ha permesso di affrontare e gestire con maggiore attenzione alcune tematiche come la parità di genere, la salute, l’istruzione, il benessere sociale e, infine, i diritti delle donne stesse. Ma, ahimè, il percorso verso una piena parità è ancora lungo e pieno di sfide. Le donne politiche si trovano davanti barriere importanti, tra cui gli stereotipi di genere, pregiudizi ben radicati e, per ultimo, anche una rappresentazione mediatica inadeguata e superficiale.
Ed è proprio per superare queste sfide che la comunicazione politica gioca un ruolo fondamentale: una comunicazione efficace, infatti, può aiutare le donne in politica a costruire la propria immagine, a diffondere i giusti messaggi e a connettersi con gli elettori. Ecco perché abbiamo deciso di scrivere questo articolo e fornirvi strategie e suggerimenti per orientarsi al meglio in questo complesso panorama sociale.
L’importanza della rappresentanza femminile in politica
Come dicevamo poc’anzi, la rappresentanza delle donne in politica è stata, è e sarà, fondamentale per portare diverse prospettive e affrontare in maniera efficace una gamma più ampia di problemi sociali.
Cenni storici e dati attuali
La prima elezione di una donna in una carica politica a livello mondiale risale al 1916, quando Jeanette Rankin divenne membro del Congresso degli Stati Uniti. Perché ne parliamo? La sua elezione è stata un passo fondamentale che ha permesso in seguito ad altre donne di approcciarsi alla politica.
In Italia, il cambiamento ha dovuto aspettare altri trent’anni e precisamente il 1946 quando Nilde Iotti fu eletta membro dell’Assemblea Costituente nonché in seguito una delle prime donne parlamentari e Presidente della Camera dei Deputati dal ’79 al ’92. La sua carriera ruppe definitivamente tutte le barriere di genere nella politica italiana.
Ma questo non significa che le donne ebbero vita semplice in politica né che oggi ci sia una parità effettiva: attualmente, infatti, solo il 25 dei seggi parlamentari – a livello globale – è occupato da donne. Certo, questo numero registra una crescita costante ma ancora del tutto insufficiente per parlare di parità di genere nel contesto della politica.
Le sfide della politica per le donne
Le donne in politica (ma non solo) affrontano molteplici ostacoli e difficoltà: stereotipi e pregiudizi, bilanciamento tra vita pubblica e privata, la rappresentazione mediatica, l’esposizione a minacce e violenza, il giudizio più aspro e così via. Andremo a breve a vedere nel dettaglio tutti questi ostacoli, poiché solo avendo ben chiaro il contesto e le sfide oggettive che una donna si trova ad affrontare in politica, potremo imbastire una strategia ad hoc, a livello comunicativo.
Stereotipi e pregiudizi di genere
Il primo e forse il più grande ostacolo che una donna si trova ad affrontare quando si approccia alla politica è costituito dagli stereotipi di genere. Questi stereotipi ci restituiscono l’immagine della donna come meno competente e meno adatta a ruoli importanti di leadership, se confrontata ad un collega maschio. Ovviamente, la percezione pubblica viene influenzata da questi pregiudizi che, seppur ridicoli, rendono più difficile per le donne ottenere supporto e fiducia da parte degli elettori.
Vita privata e pubblica: un equilibrio difficile
Probabilmente collegato al precedente, anche l’ostacolo legato al bilanciamento tra vita pubblica e privata diventa rilevante. Spesso le donne vengono criticate per il modo in cui gestiscono il loro tempo e le loro priorità, cosa che invece non si applica agli uomini.
Oltre a ciò, sicuramente le donne devono fare i conti con responsabilità familiare e domestiche, che mal conciliano con i ritmi di una carriera politica e che apportano ulteriore stress nella corsa alla candidatura politica.
Rappresentazione mediatica
In parallelo, c’è anche il problema della rappresentazione mediatica che tende a sminuire l’autorità femminile e a deviare l’attenzione dai programmi politici e dalle loro competenze. Infatti, spesso i media rappresentano le donne politiche in modo superficiale e sessista, riducendole a puri oggetti di interesse estetico o di pettegolezzo.
Esposizione a minacce e violenza
Dati alla mano, le donne in politica sono più esposte a minacce e violenza rispetto ai loro colleghi maschi. Quando parliamo di minacce e violenza includiamo le molestie online e offline, le minacce di violenza fisica e a volte anche di attacchi reali all’incolumità.
Spesso questi attacchi sono la conseguenza di prese di posizione delle donne nei confronti di temi delicati che non aggradano gli uomini oppure “alcune categorie di uomini”. Un esempio lampante e tragico è rappresentato da Renata Fonte, assessore comunale di Nardò negli anni 80, che venne assassinata per il suo impegno nella difesa del territorio e contro la speculazione edilizia.
Doppio standard di giudizio
Le donne, in qualunque contesto ed anche in politica, sono soggette ad un doppio standard di giudizio. Per intenderci, facciamo un esempio: se una donna adotta un comportamento assertivo o decisivo viene percepito come forma di aggressività e considerato inappropriato; se, invece, ad adottarlo è un uomo, le considerazioni sono solo positive e non si contempla assolutamente alcuna inadeguatezza.
Necessità di prove costanti
Mentre gli uomini possono godere di un presupposto di competenza, le donne devono quasi sempre lavorare più intensamente per dimostrare il proprio valore. Non solo, il lavoro per dimostrare la competenza, per le donne, deve essere continuo e in crescita, se solo si vuol ottenere un livello di rispetto e riconoscimento al pari di quello degli uomini.
Strategie di comunicazione per le donne politiche: immagine, messaggi, Social Media e media tradizionali.
Come si intuisce dal titolo di questo paragrafo, sono quattro i punti che andremo ad esplorare e che saranno la base di partenza di una strategia comunicativa per le donne in politica. Perché diciamo base di partenza? Ebbene, ogni campagna elettorale ha le sue peculiarità, il suo contesto socio-economico e tanti altri fattori che influenzeranno la strategia finale e che saranno personalizzati su ogni singolo candidato.
1. Costruire un’immagine autentica
Il primo consiglio che sentiamo di dare riguarda l’autenticità. Per avere successo in politica, è essenziale che le donne siano autentiche e trasparenti, in modo da andare a creare una connessione più forte con l’elettorato e, contemporaneamente, andare a distinguersi nel complesso panorama politico.
Cercare di conformarsi ai modelli maschili, invece, può risultare controproducente. Le donne devono valorizzare la loro unicità, comunicare i loro valori in modo genuino attraverso esperienze personali e mostrando l’empatia che le caratterizza.
Apriamo qui una piccola parentesi: vista l’enorme difficoltà delle donne ad essere presentate e rappresentate come soggetti validi e diversi dal puro concetto estetico e scandalistico, è assolutamente essenziale mantenere una presenza coerente e genuina in tutti gli ambiti della comunicazione (discorsi pubblici, interviste, social media, incontri con gli elettori, etc). In questo modo, limiterete gli attacchi personali e favorirete i confronti politici, che poi sono alla base della democrazia e possono essere molto costruttivi.
2. Sfruttare i Social Media
Anche per le donne in politica, i social media possono rappresentare uno strumento non solo valido ma anche molto potente. La possibilità di raggiungere un vasto pubblico li rende essenziali in una strategia comunicativa politica, a maggior ragione per le donne che magari vivono meno il contesto sociale di piazza.
Ma come si possono sfruttare al meglio?
Innanzitutto, la cosa migliore da fare è programmare un piano editoriale di contenuti coinvolgenti nei formati video, dirette streaming, immagini e post testuali per comunicare idee e progetto. Tale piano editoriale deve essere molto dinamico e bisogna esser pronti a metterci mano in maniera rapida ed efficace, sulla base dell’evoluzione della campagna elettorale o del contesto socio-politico.
Non dimenticare di trasmettere in diretta anche i comizi, gli interventi pubblici e tutti quegli incontri rilevanti per gli elettori che non vi possono partecipare.
Il secondo consiglio per sfruttare al meglio i social riguarda le interazioni. Queste piattaforme permettono di interagire direttamente con gli elettori ed è importante che gli stessi ricevano una risposta alle loro domande, ai loro commenti ed – ebbene sì – anche alle loro critiche. Il tutto va gestito in modo costruttivo, professionale e rispettoso, affinché qualunque confronto possa trasformarsi in opportunità di dialogo.
Infine, è importante anche mantenere una linea comunicativa coerente su tutti i canali, in modo da costruire un’immagine forte e riconoscibile.
3. Creare e lanciare un messaggio chiaro e coerente
La coerenza e la chiarezza sono due elementi chiave del messaggio politico che andrete a creare, affinché esso risulti comprensibile e apprezzabile dagli elettori a cui arriverà.
Ma come crearlo?
Le donne che si approcciano alla politica devono chiaramente definire quelli che sono i loro valori e le loro priorità e comunicarli con modo semplici e diretti. In questo modo, gli elettori capiranno chi sono e cosa rappresentano.
Assolutamente, bisogna evitare di utilizzare termini elitari, tecnicismi e linguaggi complicati, altrimenti il messaggio risulterà incomprensibile per una fetta di elettori che inevitabilmente opteranno per il voto ad altri candidati.
Infine, ripetere i messaggi principali su tutti i canali di comunicazione, per rafforzare la comprensione degli elettori e per consolidare l’immagine della candidata.
4. Lavorare con i media tradizionali
Anche in questo caso, bisogna arrivare preparati.
Le donne politiche devono essere pronte a rispondere alle domande dei giornalisti e a gestire le interviste in modo efficace. Questo include la preparazione di messaggi chiave e la pratica delle risposte. Non solo: bisognerà anche essere pronti ad eventuali distorsioni da parte dei giornalisti che – come detto precedentemente – potrebbero deviare il discorso dai programmi ad argomenti estetici e sessisti. In tal caso, quello che si deve fare è cercare con pacatezza (ma con rapidità) di riportare il discorso sul merito di programmi, valori e progetti.
Costruire e mantenere buone relazioni con i giornalisti può aiutare a ottenere una copertura più favorevole e a gestire meglio le crisi comunicative. Attenzione anche ai comunicati stampa che devono essere ben strutturati e contenere le informazioni giuste e adatte a ottenere una copertura mediatica positiva.
Storie di successo
Esistono molti esempi di donne politiche che hanno gestito efficacemente la loro comunicazione.
Angela Merkel, per esempio, cancelliera tedesca dal 2005 al 2021, è ampiamente riconosciuta per la sua abilità nella comunicazione politica, che ha giocato un ruolo fondamentale nel suo lungo e stabile mandato. La sua strategia comunicativa si è contraddistinta per la sobrietà, la coerenza e la calma, tutti elementi che le hanno permesso di affermarsi come una leader affidabile e pragmatica.
Il suo tono calmo e rassicurante anche durante le crisi, le ha permesso di comunicare un senso di stabilità e controllo, tutte abilità che gli elettori hanno apprezzato moltissimo. Ma non solo i toni, anche la comunicazione visiva della Merkel è stata un esempio di strategia vincente: sempre sobria, professionale, mai abiti vistosi, tutto a sostegno della coerenza con la sua immagine pragmatica.
Ha usato molto bene anche i media tradizionali: le sue conferenze stampa erano sempre preparate, chiare e dettagliate e nel corso di queste si è sempre mostrata ben disposta a rispondere alle domande dei giornalisti con competenza e chiarezza. Infine, l’ultimo elemento chiave della sua strategia è stata la capacità di tenersi lontana da controversie, polemiche inutili e dichiarazioni sensazionalistiche. Un approccio vincente per mantenere alto il livello di fiducia tra la popolazione e rimanere in carica come figura di unità e continuità.
Ma attenzione, la pacatezza non è l’unica via percorribile, quello che conta è la coerenza. Difatti, proprio negli ultimi anni abbiamo visto anche l’esempio di Giorgia Meloni il cui stile comunicativo, strategico e d’immagine è agli antipodi rispetto alla Merkel. Lei, infatti, ha puntato tutto sul “parlare alla pancia della gente” con passione e determinazione, collocandosi nell’immaginario collettivo come “la politica vicina alla gente”.
Conclusione
In conclusione, la presenza delle donne in politica è essenziale per una società più equa e rappresentativa. Sebbene esistano numerose sfide e numerosi ostacoli, le donne possono gestire efficacemente la loro comunicazione politica attraverso l’autenticità, l’uso strategico dei social media, dei messaggi chiari e una buona gestione dei rapporti con i media. Le storie di successo di cui abbiamo scritto dimostrano che è possibile superare gli ostacoli e fare la differenza, anche se si è donna.
Bene, siamo alle battute finali. Ci auguriamo di essere stati chiari e utili per chiunque si appresti a gestire la comunicazione di una donna in politica. Per qualunque dubbio, domanda, chiarimento o per supporto, non esitare a contattarci.
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