Nella primavera del 2026 torneranno alle urne centinaia di Comuni italiani per il rinnovo del sindaco e del consiglio comunale. Questa tornata però è particolarmente rilevante (e affollata!) perchè ricomprende anche diversi enti che avevano votato nell’autunno del 2020 – in piena emergenza da Covid-19- e che per decisione del Ministero dell’Interno e delle Regioni, sono stati riallineati alla finestra della primavera del 2026. Questo allineamento – che riporta i mandati alla cadenza ordinaria – non modifica le regole di voto ma sicuramente impatta il calendario e la programmazione amministrativa di diversi territori.
Ma cosa significa davvero “elezioni amministrative”? Chi può votare? Come funzionano schede, preferenze e ballottaggi? In questo articolo trovi una guida completa e aggiornata per orientarti nel voto locale.
Indice dei contenuti
- Elezioni amministrative, piccolo focus per i “non addetti ai lavori”
 - Chi vota e con che requisiti
 - Come si vota: regole generali, voto disgiunto, schede e preferenze
 - Documenti necessari e operatività ai seggi
 - Regole diverse per le regioni speciali
 - Comunicazione politica, silenzio e parità di accesso
 - Amministrative 2026 sotto i riflettori
 - Quando si vota nel 2026
 
Elezioni amministrative, piccolo focus per i “non addetti ai lavori”
Le elezioni amministrative sono il momenti in cui tutti i cittadini sono chiamati a votare i propri rappresentanti nelle istituzioni locali, cioè il sindaco e il consiglio comunale. Si tratta di una delle forme dirette di maggiore partecipazione democratica perchè riguarda proprio da vicino quella che è la gestione del territorio che viviamo. Dalla gestione dei rifiuti, alla manutenzione delle strade, dalle politiche sociali e assistenziali alla promozione turistica: tutto passa dalle decisioni del Comune.
Il sistema elettorale amministrativo italiano è disciplinato principalmente dal TUEL (Testo Unico degli Enti Locali) e dalle leggi elettorali nazionali (o regionali). A livello politico, queste elezioni servono a rinnovare i mandati in scadenza ogni cinque anni, salvo i casi di scioglimento anticipato,. I cittadini votano direttamente il sindaco e, in contemporanea, i componenti del consiglio comunale. Nei comuni oltre i 15.000 abitanti, è previsto un eventuale secondo turno – di ballottaggio – qualora nessuno dei candidati sindaci superi il 50 % dei voti già al primo turno.
Si tratta quindi di elezioni locali che però celano anche un valore strategico: oltre a decidere chi sarà la persona che governerà ogni città (o paese) al voto, possono considerarsi un vero e proprio termomento politico per un contesto più ampio, come quello nazionale. I risultati comunali vengono spesso interpretati come anticipazioni dei futuri equilibri partitici e politici, anche a livello regionale o addirittura parlamentare.
Chi vota e con che requisiti
Alle elezioni amministrative, concorrono al voto tutti i cittadini italiani maggiorenni (che hanno compiuto i 18 anni entro la data del voto) e che risultano iscritti nelle liste elettorali del comune ove risiedono. Ovviamente, è necessario essere in regola con l’iscrizione anagrafica e soprattutto non avere cause di esclusione dai diritti elettorali.
In realtà, anche i cittadini dell’Unione Europea residenti in Italia possono votare, purchè abbiano fatto richiesta di iscrizione alle liste elettorali aggiunte del relativo Comune (e vale per le elezioni comunale ed europee).
Per quanto riguarda, invece, i candidati, possono presentarsi alle elezioni tutti i cittadini italiani (ovviamente maggiorenni) iscritti nelle liste elettorali di uno qualsiasi dei Comuni Italiani. Non è obbligatorio ess ere residenti nel Comune in cui ci si candida, purchè si sia in possesso dei requisiti di eleggibilità previsti dal TUEL.
Per i residenti all’estero, iscritti all’AIRE, non è previsto il voto per corrispondenza ma possono esercitare il loro diritto recandosi nel relativo Comune. Diverso invece il discorso per alcune categorie specifiche: i militari, i navigatori, gli studenti fuori sede e, in alcuni casi, i cittadini temporaneamente domiciliati in un altro Comune che abbiano fatto richiesta nei termini stabiliti.
Come si vota: regole generali, voto disgiunto, schede e preferenze
Il sistema di voto cambia in base alla dimensione demografica del Comune e 15.000 è la soglia sopra o sotto la quale cambiano le regole.
Nei Comuni fino a 15.000 abitanti, il sindaco viene eletto con un sistema maggioritario a turno unico, cioè vince il candidati che prende il maggior numero di voti, anche se non si è raggiunto il 50%. In questo caso, l’elettora può votare una lista ed esprimere una preferenza per i candidati consiglieri della lista stessa.
Nei Comuni oltre i 15.000 abitanti, è prevista l’elezione diretta solo se il candidato vincente supera il 50% dei voti. In caso contrario si andrà al ballottaggio, con i due candidati più suffragati. In questi Comuni, esiste il voto disgiunto, ovvero è possibile votare un candidato sindaco ed una lista non collegata allo stesso.
Le schede di voto differiscono da Comune a Comune e dal tipo di sistema adottato, ma in linea generale riportano tutte i nomi dei candidati sindaci e delle liste collegate.
Documenti necessari e operatività ai seggi
Per esercitare il proprio diritto di voto è necessario presentarsi al seggio con due documenti: la tessera elettorale e un documento di riconoscimento valido.
Per chi ha smarrito la tessera elettorale, l’ha deteriorata o ha terminato gli spazi per i timbi, può richiederne un duplicato recandosi presso l’Ufficio Elettorale del Comune anche nei giorni immediatamente precedenti alle elezioni.
Ogni seggio è gestito da un presidente, un segretario e da scrutatori, nominati nei giorni antecedenti il voto. Tutti loro hanno un compito ben preciso e cioè garantire la regolarità delle operazioni, l’identificazione dei votanti e lo scrutinio delle schete.
Regole diverse per le regioni speciali
Le regioni a statuto speciale (Sicilia, Sardegna, Trentino Alto-Adige, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia) possono avere date e modalità differenti per la convocazione dei comizi e per lo svolgimento dell’eventuale ballottaggio.
Prendiamo ad esempio la Sicilia, dove le elezioni comunali interesseranno circa una novantina di comuni e saranno convocate con decreto regionale. In Friuli, invece, la lecce 19 del 2013 regola il voto disgiunto, le schede e le soglie per il ballottaggio.
Comunicazione politica, silenzio e parità di accesso
Durante la campagna elettorale valgono le norme sulla par condicio e sul silenzio elettorale. Nei 15 giorni antecedenti il voto, i media e le istituzioni devono garantire un accesso equilibrato ai candidati, evitando comunicazioni istituzionali che possano influenzare il voto. (TUEL)
La comunicazione elettorale deve rispettare principi di trasparenza, veridicità e parità di trattamento, sia sui media tradizionali sia sui social network. Le nuove linee guida 2026 del Ministero dell’Interno includono anche disposizioni sull’uso della pubblicità online (che ricordiamo essere vietata su META da Ottobre 2025) e sul tracciamento delle spese di comunicazione digitale.
Amministrative 2026 sotto i riflettori
Le elezioni amministrative del 2026 sono particolarmente significative perchè riportano entro i canoni della normalità il calendario elettorale dopo la pandemia del 2020. Ma non solo: sono anche un test cruciale per i partiti, per le coalizioni locali, e per le strategia di comunicazione politica (soprattutto dopo la decisione di Meta di limitare le inserzioni).
Le sfide principali però non cambiano: coinvolgere i giovani, ridurre l’astensionismo – grande piaga sociale della nostra nazione – e rendere la politica locale più trasparente e vicina ai cittadini.
Quando si vota nel 2026
Ad oggi, basandoci sulle informazioni diffuse dal Ministero dell’Interno e dalle Regione, sappiamo che le elezioni amministrative 2026 sarano tra aprile e giugno. Andranno al voto tutti i comuni che avevano rinnovato gli organi nel 2020 e quelli con scadenza naturale del mandato quinquennale.
Il ballottaggio, come sempre, avverrà eventualmente due settimane dopo la data del primo turno.
Le date definitive saranno pubblicate nei decreti di convocazione dei comizi elettorali, che ogni Comune e Regione comunicherà pubblicamente nei primi mesi del 2026.
Sei un candidato e non sai da dove cominciare? Contattaci! Aiuteremo te e il tuo gruppo politico dalla formazione delle liste fino all’analisi post voto.
															




