Ad ottobre 2025, in Europa ci sarà un cambiamento epocale nell’ambito della comunicazione politica digitale. A partire dal mese prossimo, infatti, Meta interromperà tutte quelle inserzioni a pagamento riguardanti tematiche politiche, elettorali e sociali in tutta l’Unione Europea. Questa decisione è la conseguenza diretta dell’introduzione del Regolamento UO 2024/9000, conosciuto come TTPA (Transparency and Targeting of Political Advertising) che entrerà in vigore, appunto, ad Ottobre, precisamente il 10.
Questa decisione di Meta porterà conseguenze sia per i partiti/candidati ma anche per le agenzie di comunicazione e tutti i professionisti di questo settore che finora hanno costruito campagne elettorali strutturate sull’advertising.
Indice dei contenuti
- TTPA: vediamo cosa prevede
- Come hanno reagito i partiti politici e quali sono le nuove sfide strategiche
- Strategie pratiche per potenziare la presenza politica
- L’inizio di una nuova era
TTPA: vediamo cosa prevede
L’obiettivo principale del regolamento europeo è decisamente chiaro: rendere più trasparente la pubblicità politica e impedire che il consenso popolare venga manipolato, in particolare – ovviamente – durante le campagne elettorali.
E per farlo, il TTPA introduce degli obblighi molto stringenti:
- Gli annunci politici a pagamento dovranno riportare in maniera evidente chi li ha finanziati, a quale consultazione elettorale sono legato, il modello di selezione del pubblico e l’importo speso;
- Non sarà consentito il microtargeting o comunque in casi molto selezionali e previo consenso degli utenti;
- I fornitori di annunci e pubblicità (Meta, Google, etc) dovranno mantenere in archivio tutte le informazioni per almeno 7 anni e tale archivio deve essere pubblico;
- E’ severamente vietata la sponsorizzazione da parte di attori extra Unione Europea nei 3 mesi antecedenti alle elezioni.
Meta, davanti a queste regole, ha preferito rimuovere completamente la possibilità di sponsorizzare contenuti politico-sociali in quanto “impossibili da applicare” in modo uniforme in tutti gli stati membri e quindi evitare eventuali incertezze legali.
Come hanno reagito i partiti politici e quali sono le nuove sfide strategiche
I partiti politici europei – considerato che alcuni sono a poche settimane dalle elezioni, altri (come l’italia) hanno la competizione regionale alle porte – si trovano a tutti gli effetti davanti ad un bivio.
La comunicazione politica digitale non può più contare sulle strategie a pagamento che permettevano di raggiungere segmenti specifici di elettori, di amplificare i contenuti e monitorare i risultati. Quindi a questo punto bisognerà muoversi in due direzioni: da un lato ripensare l’investimento pubblicitario, mentre dall’altro dovranno sforzarsi ulteriormente per costruire una relazione organica con gli elettori.
I partiti più grandi e strutturati, probabilmente, torneranno a sfrutta i media tradizionali e gli strumenti digitali meno soggetti alla regolamentazione ma per i piccoli non c’è altra alternativa: bisogna tornare a costruire un modello comunicativo basato su autenticità, relazione e storytelling.
Strategie pratiche per potenziare la presenza politica
In un ecosistema necessariamente ripensato senza ads, i candidati e i partiti sono chiamati a ricostruire la propria visibilità n modo organico, solido e duraturo. In questo contesto, la SEO (Search engine Optimization) non è più una possibilità ma una leva fondamentale nella strategia, volta a intercettare l’interesse degli utenti. La visibilità non si compra, ma bisogna raggiungerla con contenuti di valore, costanza nella pubblicazione e una struttura digitale progettata per bene.
Tutto ha origine e parte dal sito web. Il sito web, sia esso di un candidato o di un qualsiasi partito politico, non è una semplice vetrina, ma il fulcro di tutta l’attività comunicativa. Per questo, deve essere ottimizzato con parole chiave coerenti al territorio e alla fase politica in corso (ad esempio, “regionali puglia” oppure “programma De Caro”). Oltre a questo, il sito deve essere aggiornato costantemente con nuove pagine, notizie, sezioni interallive e tutto ciò che riflette l’evoluzione della campagna. Ogni singolo contenuto contribuisce all’indicizzazione sui motori di ricerca (Google, Bing, etc) e trasmette agli elettori un’immagine dinamica, presente e attenta.
All’interno del sito o meno, un altro elemento cruciale è il blog politico, uno spazio editoriale che spesso viene sottovalutato ma che può diventare uno strumento potentissimo per consolidare l’immagine del partito o delc andidato. Ovviamente, anche questo va aggiornato costantemente con articoli che raccontano i retroscena, che approfondiscono i vari temi del programma, che rispondono alle richieste, istanze o problematiche sollevate dagli utenti del territorio.
Nel caso di candidature su scala locale o regionale, la SEO deve essere locale ed è essenziale, così come lo è attivare e ottimizzare una scheda “Google My Business“ in modo da apparire nelle ricerche geolocalizzate. L’ideale sarebbe caricare foto recenti, aggiornare sempre gli orari degli eventi, inserire il link al sito web e rispondere alle recensione (sì, anche quelle negative).
Un altro elemento da inserire nella strategia è la collaborazione con creator locali. Non si tratta di influencer marketing, inteso nel senso commerciale della parola, ma di andare a creare in collaborazione dei contenuti con persone credibili, radicate sul territorio (quindi con una fan base già cospicua) e capaci parlare con la propria community. Ma cosa potrebbe mai fare un creator? Le opzioni sono diverse: può raccontare un evento politico, partecipare magari ad un incontro o ad un dibattito in quanto presenza attiva, intervistare il candidato. Insomma, ci sono tante opzioni ma attenzione: il contenuto non deve sembrare né imposto né artefatto, altrimenti si ottiene l’effetto opposto.
Infine, parliamo della presenza social che – a seguito di queste novità – deve abbandonare l’idea della singola pubblicazione spot e abbracciare lo storytelling costante, magari sotto forma di “serie”. Le storie a puntate creano attesa, fidelizzazione e maggior coinvolgimento emotivo degli utenti. Alcune idee potrebbero essere “un giorno nella vita di un candidato”, piuttosto che “fatemi una domanda e rispondo alle prime 5”, etc.
Per chiudere il cerchio, non possiamo non citare la newsletter, uno strumento che ti permette di parlare direttamente con i cittadini, senza essere sottoposti o censurati da algoritmi e regole, e quindi di mantenere un filo diretto con l’elettorato.
L’inizio di una nuova era
Al contrario di ciò che si possa pensare, questo addio di Meta alla pubblicità politica non è la fine della comunicazione politica digitale. Al contrario, darà avvio ad una nuova era, in cui il valore dei contenuti è più rilevante del budget e i maestri manipolatori avranno più difficoltà a spostare il pensiero delle masse. Oltre a questo, sicuramente gioverà nel riportare al centro il dialogo diretto con i cittadini.
In fondo, la migliore campagna politica non è quella che fa mettere il like, ma quella che fa riflettere, partecipare e scegliere in maniera consapevole.